Stati generali: nell’ultima giornata a Villa Pamphili a Roma il premier Conte ha anche incontrato le Federazioni delle professioni sanitarie che hanno esposto il percorso futuro della propria professione e dell’assistenza sanitaria.
La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, che con i suoi 450mila iscritti rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie in generale, punta al territorio.
E lo fa prima di tutto declinando la figura dell’infermiere di famiglia e comunità istituito ufficialmente dal Patto per la salute e inserito per legge dal decreto Rilancio all’esame del Parlamento
“E’ necessario garantire il potenziamento della presa in carico sul territorio e a domicilio dei soggetti affetti da SARS-COV-2 e, più in generale dalle persone che versano in condizione di fragilità – hanno spiegato a Conte la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli e la vicepresidente Ausilia Pulimeno – In particolare, è necessario prevedere che l’infermiere di famiglia e comunità partecipi all’attuazione dei piani di assistenza territoriale da disegnare con una reale multi professionalità per identificare e gestire i contatti, l’organizzazione dell’attività di sorveglianza attiva e ricopra un ruolo di responsabilità nell’ambito dei processi infermieristici a livello distrettuale”
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